Si accettano consigli... Page Pavlov sta pensando alla sua nuova pagina web come traduttrice... Vuol farla più bella e sorridente. O forse si deciderà ad aprirsi un Blog nuovo di zecca... Per ora ha scritto le seguenti parole... Chi voglia commentare al riguardo e dare dritte (o storte...): GRAZIE
CURRICULUM VITAE DI PAGE PAVLOV (che richiede pazienza dai propri lettori)
PER UN CURRICULUM PIÙ REALE SI SCORRA VERSO LA FINE DELLA PAGINA
Page Pavlov è nato in una notte d’amore. Se molti sono stati concepiti in tal guisa, Page è invece nata tutta d’un fiato, nel momento stesso in cui Maya ed io abbiamo deciso di dare un nome nuovo al nostro lavoro... a quattro mani, certamente, ma pure coi quattro piedi, due teste e tutto il resto. Un mostro strano, questa Page, o questo Page.
Essendo nata (o nato) in Berlino, Page ha avuto qualche difficoltà nei suoi primi passi. Infatti i genitori sono di madrelingua russa e inglese (il Leone), e lo Ejek, che sarei io, è invece tutto italiano, inzuppato nel cappuccino come la brioche – che non sta bene. Il Leone, si sarà capito, è Maya.
Quindi... dicevamo... Page ha dovuto studiare tanto e a fondo – per stare a galla – nata/o com’è in questo turbinio di lingue. Inutile dirsi che, fin da piccolo/a, sognava di diventare, un giorno, traduttore. Trattore... Translator, Übersetzer, переводчик... In quale lingua poi lo pensasse... non me l’ha mai detto in una sola lingua.
Adesso Page ha più di tre anni. Capirete che nel trambusto della nascita amorosa, non abbiam badato a segnarci su un foglietto o sul calendario la data esatta. È certamente più facile quando si hanno nove mesi per adeguarsi all’idea e predisporre tutti i preparativi, dalle bomboniere (coi confetti gialli) ai vestitini. Quando Page è nata era tutta nuda, come noi del resto, ma – a differenza di noi – non aveva degli abiti pronti appoggiati sulla sponda del letto o sul bracciolo della sedia. Nuda è rimasta per i primi mesi.
Non so dirvi la data del suo compleanno. Non chiedetemi se è maschio o femmina perché altrimenti m’arrabbio. A dirla tutta non so neppure se sia del tutto “umana” – qualsivoglia cosa s’intenda con quello. So che i genitori di solito s’apprestano a vedere se le gambe ci son tutt’e due, i piedi sì, una testa, due occhi, due mani... di solito questo basta... poi si sa... più cose ci sono e più ce ne si aspettano... Le orecchie? Eccole. Cinque dita di qua, cinque di là... Finita la conta comincia il gioco della somiglianza – e questo – diciamocelo – non finisce mai... sia per gli elogi che per i rimproveri.
Page – ecco. Page è scappata subito. Non ha aspettato l’adolescenza per scappare dalla finestra annodando le lenzuala come i detenuti. Lei l’ha fatto in modo signorile e sfaccendato, ha detto ‘ciao, a domani.’ Beh, domani è durato qualche giorno, ma poi è tornata ed avevamo tutti capito che è una bimba indipendente. Tre anni portati bene, non c’è che dire...
Forse posso dirvi qualcosa sul suo nome. Né Maya né io facciamo Pavlov di cognome. ‘È tutto inventato’ voi direte... Ma no... non più inventato di quanto s’inventi il primo nome per i propri figli. Abbiamo dovuto pensare molto per entrambi. Alla fine ci siamo decisi per Page perché in Inglese significa pagina, e lei (o lui che sia) ama la pagina almeno quanto noi, ama scrivere, leggere, raccogliere, fare origami, sfogliare... Page è poi anche un nome molto diffuso, niente di stravagante. Quanto al cognome – beh... Pavlov ha una lunga storia. Ci sono tanti Pavlov quanti Benjamin. Ma, come per i Benjamin, anche i Pavlov non son tutti uguali. Il Pavlov che avevamo in mente è quello del cane... tutti lo sanno. L’esperimento per indagare il riflesso condizionato si basava sulla carne, la nostra Page è vegetariana, ma si sa che ognuno porta seco un bel problema col proprio cognome: una genealogia sempre ingombrante, per quanto snella, sempre un bel problema.
Non vi dico quante volte ci hanno chiesto “Perché Page Pavlov?” Ma a voi chiedono mai come mai vi chiamate come vi chiamate? Se non siete cascati sullo scioglilingua e siete arrivati indenni su questa frase di ora, forse non siete fra quei petulanti che amano indagare l’origine del suo nome. Ad ogni modo, sì, è vero, vi abbiamo pensato per un po’, ma una volta deciso il nome, quello era – e sarebbe impossibile adesso pensarne uno diverso. Come dire, come si chiamerebbe Silvio Berlusconi se non si chiamasse Silvio Berlusconi? Oh, forse ho dato un mal’esempio, e di nomi qui piovono a raffica, e cos’importa se sono vezzeggiativi, soprannomi o ingiurie furiose? Sempre di una torpedine e raffica di appellativi si tratta! Ma insomma, lasciando da parte i casi più impietosi, è chiaro a tutti spero che ha poco senso chiedere continuamente il perché d’un nome; come non fosse un nome in fin dei conti! Page Pavlov si chiama Page Pavlov, come Odradek si chiama Odradek – ognuno ha la sua storia. Son qui per raccontarvi un piccolo pezzo della storia di Page.
A dirla tutta però, son quasi alla fine di questo mio rendiconto.
Page, all’età di tre anni e poco più, è già una traduttrice esperta con un bel curriculum di traduzioni fatte per alcuni privati (in prevalenza accademici di basso rango – perché quelli d’alto se le fan fare da quelli di basso – e poi alla fine, giù giù in fondo alle scale: ecco Page, col suo secchio, panno e la scopa per pulire gli spazi, gli strazi, spostare le frasi qui e là, dar un senso a quel che di senso non ne ha) e per enti più pubblici – qui s’intenda i collettivi politici amici e i centri d’accoglienza, i consultori – se ancora esiste questa parola (tanto per prendere una posizione politica chiara e netta).
Page, a proposito, è rossonera. Non perché tifi per il Milan (il calcio lo prenderebbe a calci), piuttosto perché si rifà ad una tradizione anarco-comunista, un po’ delusa degli uni e degli altri, ma insomma... con tanta rabbia in corpo e una speranza così forte che ti fonde le mani e il cuore di blu. Credici.
Quanto ai suoi vizi... le piace la letteratura, la filosofia... quella roba lì. Più pensi i testi siano noiosi, più lei li adora. Intendiamoci, non che disdegni la pornografia... purché ci sia filosofia di mezzo. Insomma basta un pizzico di filosofia e non solo la pillola va giù, ma anche un pollo vivo intero (si ricorda che Page è vegetariana – nella pancia ha un’aia). Le piacciono anche le religioni e le preghiere, sì, ha i gusti un po’ strani. A vederla – proprio non lo diresti, con la cresta da punk, un certo maleodore, il cane e gli occhi bassi e alti, rovesciati insomma. Salta, salta sempre. Come disse quel Paul parlando di quel Georg a proposito di quel Jakob Michael Reinhold... (mai che nessuno gli abbia chiesto: “ma perché ti chiami così?”): chi cammina testa all’in giù, ha il cielo come un abisso sotto di sé.
Oh, sì, dimenticavo, Page ama la poesia. Tenta anche di farne... spesso... a tentoni... con le labbra disegna parole in aria, poi cala il peso a fondo. Ma restiamo sul pratico – già, restiamo con queste distinzioni fatiscenti fra teoria e pratica (Page le odia)... Quando Page s’innamora d’un testo... è finita.
Cioè, inizia, qui inizia la storia...
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Quanto a M. N. ed E. S.-N., i nostri (gender trouble) sono dottorandi in Media and Communication nella European Graduate School (sede in Svizzera). Hanno alle proprie spalle due Master in Philosophy (presso l’Università di Memphis USA – dall’ottimo programma continentale e presso la Metropolitan University of Manchester UK), hanno anche la laurea rispettivamente in Memphis (in Politics and Literature) e nella bella Bologna (la laurea vecchio ordinamento, in Filosofia). Il loro interesse primario è quello Babilonico... le lingue, la lingua, il linguaggio. Si capisce allora come abbiano sempre accompagnato i loro studi con un’attività intensa di traduzione – che li ha portati fin qui. Pronti attenti via!
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PREZZI / TARIFFE
Per conoscere i risvolti economici – vale a dire tariffe e prezzi per le varie traduzioni, Page Pavlov confida nella pazienza del lettore/lettrice (che si presuppone sia anche uno scrittore/scrittrice – altrimenti: che cosa gli/le traduce Page?). Infatti non mi è possibile dire una cifra a parola – come invece è spesso consueto. Per conoscere tali tariffari google può aiutare ogni interessato. Page, scontrosa qual è, non dice mai il prezzo, prima vuol veder le carte, le pagine – e poi decide. La regola generale (si spera anti-capitalista a sufficienza) è: maggiore il suo interesse nel testo, minore il costo; maggiore la sua condivisione politico-sociale, minore il prezzo. Altri fattori giocano anche un ruolo decisivo, vale a dire le sue competenze. Certi rami del sapere (visto che il suo è ben poco universale) le richiedono più sforzo rispetto ad altri, e purtroppo questo va ad incidere nella sua stima. Anche la lunghezza del testo qui influisce. Per farla breve, il modo più efficace, ed anche l’unico, per sapere quanto una traduzione costi è di inviare qualche informazione breve sul testo ed un campione di due pagine che rispecchino più o meno i contenuti e lo stile del lavoro. Dopo questa procedura non poco prolissa Page comunicherà in tempi brevi la sua tariffa.
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OFFERTA / TRADUZIONI
Page Pavlov traduce:
dal Russo all’Inglese
dal Russo all’Italiano
dal Tedesco al Russo
dal Tedesco all’Italiano
dal Tedesco all’Inglese
dall’Italiano al Russo
dall’Italiano all’Inglese
dall’Inglese al Russo
dall’Inglese all’Italiano
Page Pavlov ha tradotto prevalentemente testi di Storia, Filosofia, Sociologia, Letteratura, Poesia e Canzoni.