1) Nel campo semantico della parola ‘successo’ un prestito dalla lingua francese sembra particolarmente idoneo alla sua qualificazione nel muldimoderno: renommée, la rinomanza. Colui che ha successo è rinomato. [Renommé; provenç. renomada, renomnada; ital. rinomata.]
2) La ri/nomanza ha anche successo nella realtà multimediale
3) Il nome segue e precede la rinomanza: se è necessario conoscere il nome da ripetere, un nome può solo ripetere se stesso in principio, se vuole re/identificarsi qua nome.
4) Tale re/identificazione, o rinomanza, in principio affetta il nome e lo altera, così che sia il nome che la rinomanza differiscono da se stessi.
5) Essere nominati significa intrinsecamente venire rinomati.
6) Successo ed insuccesso sono allora immediatamente implicati nella ri/nomanza: in/successo è ri/nomanza.
7) Il nome è dettato dal successo e lo detta in un processo commutativo e comunicativo continuo.
8) Sulla base del successo vengono in/determinati sia nome che rinomanza. La fluidità della rinomanza sulla base del successo è condizione sine qua non per la liberazione dallo status quo, con le sue categorie simboliche determinanti; nonostante ciò, l’in/determinazione del successo, lungi da liberare dal vincolo della determinazione, ingloba quest’ultima al suo servizio.
9) Si può immaginare che la rinomanza corrisponda alla realtà multimediale come la gloria abbia corrisposto al potere assoluto.
10) Successo e potere appartengono a due diversi paradigmi di dominio.
11) Una grande multinazionale, in senso stretto, non ha né potere né una tradizione, un’etimologia del nome, piuttosto gode di successo e rinomanza. Questo non la rende nient’affatto meno dominante che disponesse, anacronisticamente, d’un diretto potere politico.
12) Benché corruzione e influenza giochino un grande ruolo nell’accesso delle multinazionali al potere politico, di fatto il potere politico va scomparendo mentre solo il successo conduce i giochi. Solo l’accesso al multimediale e il successo sono interdipendenti.
13) I nomi (in senso tradizionale) delle multinazionali scompaiono sotto la loro ri/nomanza in provvisori, sempre nuovi brand’s names.
14) Il momento del servizio/acquisto costituisce la ri/nomanza. La rinomanza corrisponde allora alla circolazione multimediale.
15) La trasmissione del dominio nel multimoderno segue una logica decostruzionista: non l’affermazione sempr’identica d’un potere, piuttosto successo come rinomanza. Il bottino economico e culturale: l’informazione, non viene più accumulato nel patrimonio del vincitore che esercita il proprio potere, pittosto, il vincitore stesso si assoggetta alla logica del successo.
16) L’alterità del bottino viene tradotto in informazione come possesso del vincitore, che nel movimento della rinomanza ri/afferma il proprio successo. Il cambiamento non procede dall’alterità del bottino ma dal movimento continuo del successo come ri/nomanza del vincitore. Alterità è allora soltanto rinomanza: la differenza nella ri/nominazione.
17) Vincitore è un termine arcaico che, corrispondendo alla logica del potere, non è più idoneo per l’ambito del successo. Anziché di vincitori e vinti, il soggetto multimoderno è (il) rinomato.
18) La trasmissione dell’informazione multimediale differisce sistematicamente dalla tradizione d’un’espressione. Nel primo caso domina la logica del successo, nel secondo caso l’espressione tradotta rimane salvaguardata dalla propria chiusura alla logica del successo: la logica che la dis/pone non è capace di leggerla.
19) Fra espressione ed informazione regna la distinzione che, in termici acronistici, si potrebbe immaginare fra la trasmissione del messaggio dei vinti e la trasmissione del messaggio dei vincitori. Quest’ultima si impone come forma multiculturale, mentre la prima segna le vie che le diverze tradizioni perseguono.
20) Quel che non viene al nome non può essere ri/nomato. Se l’idea simbolica del nome manteneva l’innominato come suo innominato, la ri/nomanza coinvolge la sua alterità disconoscendo l’innominato. Chi non ha successo viene dimenticato.
21) Pure chi ha successo viene dimenticato. Quel che non viene al nome non ha spazio né nel successo né nell’insuccesso.
22) Quel che non viene al nome è la parola. Una parola non può essere rinomata.
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